Don Paolo Capobianco

Pietro Paolo Capobianco, ufficialmente Monsignore, ma per tutti solo Don Paolo, nasce il 29 giugno 1907 nell’allora contrada Spiaggia del comune di Elena (territorio scisso da Gaeta dal 1897 al 1927, provincia di Roma). I genitori sono Francesco Nicola, pescatore, e Maria Anna Di Ciaccio. Viene battezzato nella chiesa parrocchia di San Carlo Borromeo il 7 luglio 1907.

La contrada Spiaggia

Don Paolo sarà, per tutta la sua vita, un uomo semplice, un sacerdote umile, un parroco integerrimo, uno studioso di storia patria, lucido e prolifico fino all’ultimo giorno della sua esistenza che si conclude a Ventotene, all’età di 99 anni, il 28 luglio 2006. Don Paolo è sepolto nel cimitero di Gaeta[1].

Benedizione nel 1954

Il padre, Francesco Nicola Capobianco, nasceva a Gaeta l’11 febbraio 1861, poche ore prima della fine del Regno delle Due Sicilie: di conseguenza Don Paolo sarà ricordato come figlio di uno degli ultimi nati borbonici; questo legame con il Meridione contraddistinguerà la sua vita con una spiccata vicinanza alle idee revisioniste e la sua partecipazione agli eventi commemorativi della resa di Gaeta.

Atto di nascita del padre di Don Paolo
Commemorazione dei caduti dell’assedio di Gaeta, 1993

Il 18 ottobre 1920, don Paolo, ancora ragazzino della Piaia, entra nel seminario di Gaeta[2]. I primi rudimenti nello studio e nell’amor patrio li riceve dal Rettore Mons. Salvatore Fedele, studioso e filosofo. Frequenta poi il seminario minore di Sezze Romano.

Nell’ottobre 1925 è ammesso al Pontificio Seminario Campano Interregionale di Napoli. Sempre a Posillipo, il 17 marzo 1929, don Paolo viene nominato chierico e sottoposto alla tonsura; il 4 agosto dello stesso anno riceve gli ordini minori di ostiariato e lettorato; il 10 agosto 1930, dopo il rito dell’esorcismo, prende l’accolitato; viene ordinato diacono il 6 gennaio 1932. Il 2 luglio dello stesso anno lascia il seminario per tornare in diocesi.

Don Paolo a Posillipo

L’Arcivescovo di Gaeta, Dionigi Casaroli (1926-1966), lo ordina sacerdote il 17 luglio 1932 e lo nomina ebdomadario della cattedrale di Gaeta.

Nel 1932 è nominato cappellano e poi rettore ad interim del Santuario della Civita in Itri. Successivamente viene destinato (fino al 1943) alla chiesa della Catena in Gaeta quale cappellano e confessore delle suore del Preziosissimo Sangue. Nel 1935 riceve anche l’incarico di vice parroco della chiesa di San Giacomo Apostolo di Terra Rossa[3] in Gaeta, a supporto di Don Levi Panico. Nel 1942 l’Arcivescovo lo designa anche suo segretario.

Firma di Don Paolo, 1929

Nei tragici avvenimenti che si snodano dall’annuncio dell’Armistizio di Cassibile (8 settembre 1943) all’8 maggio 1944 don Paolo svolge il compito di cappellano delle truppe stanziate nel circondario di Gaeta, assolvendo anche il compito di padre spirituale dei numerosi sfollati che sfuggivano ai rastrellamenti e ai bombardamenti (era l’unico sacerdote rimasto nel territorio): in quei tragici momenti amministrerà 12 matrimoni, circa 50 battesimi e diverse estreme unzioni.

La costa di Gaeta, all’altezza della chiesa di San Giacomo, dopo la liberazione

Qualche giorno prima della liberazione di Gaeta da parte delle truppe Alleate (19 maggio 1944) viene deportato a Ferentino e poi trasferito nel campo di concentramento Breda in Roma dove resta per pochi giorni; grazie all’intervento del cardinale vicario di Roma viene destinato a svolgere funzioni di viceparroco presso la chiesa di S. Maria in Domnica (S. Maria alla Navicella) al Celio.

Don Paolo, nella chiesa di San Giacomo prima dei lavori

Dopo la guerra Don Paolo, per indicazione dell’arcivescovo Casaroli, deve occuparsi anche della popolazione della parte bassa dell’abitato medievale: sarà lui stesso ad organizzare la prima processione del dopoguerra, la festa della Madonna della Cintura (domenica 3 settembre 1944) il cui culto era ricettato nella chiesa di San Biagio[4]. Contestualmente Don Paolo viene nominato procancelliere della Curia e vice rettore, oltre che insegnante del seminario di Gaeta. Il giorno 1 novembre 1944 si registra la tragica morte del parroco di San Giacomo, Don Levi Panico[5]; dopo una reggenza parrocchiale da parte di Mons. Salvatore Leccese, Don Paolo, il 12 settembre 1945, riceve in consegna la parrocchia di San Giacomo.

Don Paolo, novello parroco

Inizia il suo ministero parrocchiale dovendo affrontare la povertà postbellica e la ricostruzione dell’abitato. La giovane età e la forza d’animo lo portano a ristrutturare e ampliare lo storico luogo di culto allungando[6] la chiesa e costruendo la canonica, i locali di ministero pastorale e una nuova torre campanaria[7]. Grazie alla sua sensibilità culturale garantisce la conservazione dell’importante patrimonio archivistico[8] e la tutela di diversi beni culturali[9]; nel corso degli anni dota la chiesa di molteplici opere d’arte contemporanea[10] e di un prestigioso organo[11]. Nel mentre, il 18 gennaio 1958, viene nominato Monsignore.

Don Paolo durante i lavori di ampliamento di San Giacomo
Le nuove campane, 1970

Monsignor Capobianco, il 3 marzo 1988 viene insignito del titolo di Protonotato Apostolico extranumero. Dopo 43 anni di ministero pastorale in San Giacomo, quale riferimento cardine per la comunità, viene messo a riposo l’11 ottobre 1988. Il giorno 1 novembre 1988 l’Arcivescovo di Gaeta, Vincenzo Maria Farano, lo nomina canonico della basilica cattedrale di Gaeta.

Il Monsignore nell’ottobre del 1991 fece anche la professione quale oblato benedettino, con il nome religioso di Fra Benedetto, del monastero di San Miniato a Monte in Firenze.

Dalla quiescenza alla fine dei suoi giorni, viene accolto amorevolmente in vari contesti: il seminario minore di Conca in Gaeta, l’istituto della SS. Annunziata di Gaeta, gli istituti delle suore della Misericordia di Gaeta e di Lenola, la congregazione delle suore Eucaristiche in San Prisco[12] (CE), ma più che in ogni altro luogo, risiederà in Ventotene, presso le suore Adoratrici del Sacro Cuore, mantenendo, però, sempre, il legame con la cittadina natia: Amo […] la mia, tutta mia, Gaeta, che a volte non intravedo per la foschia marina. Negli ultimi lustri della sua esistenza si autodefiniva vecchio, somaro, scadente e scaduto.

Ventotene, 26 ottobre 2005

Se oggi siamo qui a ricordare Don Paolo, lo dobbiamo soprattutto per la sua attività pubblicistica che ha contraddistinto gli ultimi 35 anni della sua vita. Nel 1972 inizia a pubblicare contributi di carattere storico relativi al territorio di Gaeta e della sua Arcidiocesi: si tratta di specifiche monografie; oppure testi agiografici; in altri casi di opere voluminose e complesse; o anche ricostruzioni storiche di carattere autobiografico; senza dimenticare le tematiche religiose.

Nelle sue opere a stampa Don Paolo cuce una rete tra fonti classiche, notizie storiche, tradizione locale, elementi religiosi: una fitta maglia impreziosita spesso da un infaticabile lavoro di ricerca archivistica che lo ha portato a pubblicare elementi di argomento inedito.

Durante una presentazione di un suo libro, 2002

Come fa rilevare Luigi Cardi, Don Paolo ha fatto tesori degli insegnamenti classici ed umanistici ricevuti a Gaeta, a Napoli, li ha sviluppati negli ultimi trentacinque anni della sua lunga esistenza. Alla base della sua cultura mancavano la metodologia recente degli studi storici […], le conoscenze relative agli apparati critici e bibliografici più aggiornati, ma il sostegno di molti amici e studiosi gli hanno permesso di raggiungere umilmente buoni risultati, lontano da ricchezze ed onori.

Mons. Paolo Capobianco è stato tra i soci fondatori della Società per la Storia Patria di Latina e Codirettore responsabile della rivista L’Eracliano.

Tra il 1978 e il 1988 porta avanti anche un mensile parrocchiale L’Eco di S. Giacomo – Gaeta nel quale, oltre ad elementi di carattere religioso e sociale, riserva ampio spazio a notizie storiche, ospitando anche altrui ricerche. I fogli sciolti vennero rilegati in un solo voluminoso tomo da diversi parrocchiani. Inoltre l’amministrazione comunale di Gaeta, nel 2005, ne realizza una copia anastatica in soli 50 esemplari[13].

Non possiamo passare sotto silenzio i riconoscimenti ricevuti da Mons. Paolo Capobianco, ma per brevità ne citiamo solo alcuni, a riprova del fatto che quel sacerdote dall’aspetto minuto e fragile era dotato di ampio vigore e forza d’animo: Commendatore al Merito della Repubblica (Decreto del Presidente della Repubblica Francesco Cossiga) per l’assistenza alla popolazione durante la seconda guerra mondiale; Cavaliere piis meritis del Sovrano Militare Ordine di Malta e Cappellano Conventuale ad honorem; Cavaliere Accademico honoris causa dell’Accademia del Collegio dei Nobili di Firenze; Cavaliere di Gran Croce del Sacro Militare Ordine Costantiniano di San Giorgio; Gran Croce al merito della Chiesa di Antiochia dei Siri (conferita da sua Beatitudine Ignazio Antonio II Hayek – 1968-2007); Cittadino Onorario di SS. Cosma e Damiano (1991), Lenola (1995), Ventotene (1998); Cittadino Benemerito di Gaeta (10 agosto 1999).

Don Paolo con il gruppo CISOM presso la Base Nautica Flavio Gioia, Gaeta 1976

L’Arcivescovo Fabio Bernardo D’Onorio, ad un anno dalla morte di Don Paolo, scrisse: era innamorato di Cristo e il suo interesse storico, l’amore alla sua terra e ai suoi monumenti, le sue ricerche archivistiche e i suoi innumerevoli scritti, tutto scaturiva e tutto riconduceva a Cristo, poiché in tutto egli vedeva un raggio e un riverbero della bellezza di Cristo.

Chiosiamo questa presentazione con le parole dell’Arcivescovo Pier Luigi Mazzoni scritte nel 2007: [Don Paolo] vorrà perdonare il molto di più che non è stato detto e che gli sarebbe stato dovuto[14].

Don Luigi Di Liegro (1928-1997), Don Paolo e l’allora abate di Montecassino Dom Bernardo D’Onorio

[1] Don Paolo riposa in un loculo del piano seminterrato nella cappella Porto Salvo Nuovo. 5 anni fa era stata apprestata una tomba nella chiesa del cimitero, al fine di tributargli una maggiore dignità: per questioni meramente burocratiche, il trasferimento non avvenne!

[2] All’epoca il seminario diocesano era allocato nell’attuale palazzo De Vio in Gaeta medievale.

[3] L’appellativo, nato dal colore del terreno rinvenuto durante gli scavi della costruzione, viene utilizzato per differenziare la chiesa da altre omonime in Gaeta (San Giacomo degli Spagnoli, oggi Natività di Maria; S. Giacomo di Galizia, un tempo nella contrada Spiaggia).

[4] La demolizione della chiesa, per fare spazio al Lungomare Caboto, è una delle doglianze che don Paolo ha sempre manifestato.

[5] A causa del crollo di una serie di macerie in vicolo 6 di via Indipendenza, durante un temporale.

[6] L’ampliamento è un progetto (1954) dall’architetto romano, consultore della Pontificia Commissione per l’Arte Sacra, Pasquale Marabotto (1914-2006). L’intervento in cemento armato è stato molto discusso a causa della non felice convivenza con le strutture preesistenti.

[7] Viene realizzato un campanile a vela per 4 campane su progetto dell’ing. Lucenti. I vecchi e i nuovi bronzi sono benedetti il 18 ottobre 1970.

[8] L’archivio parrocchiale di San Giacomo Apostolo riveste un’importanza notevole nella storia della città: San Giacomo è tra le poche parrocchie in Italia a conservare una seriazione pressoché ininterrotta di battesimi dal 1571, dalla sua fondazione parrocchiale, seguendo quelli che erano i dettami stabiliti nel 1563 in seno al Concilio Ecumenico di Trento. Un giacimento che comprende, tra l’altro, libri dei matrimoni e dei defunti dal Settecento in poi, stati delle anime della prima metà dell’Ottocento, registri delle adiacenti parrocchie oggi soppresse di San Sergio e dei SS. Apostoli.

[9] Le opere d’arte (di proprietà della parrocchia) più a carattere devozionale, o non collocabili nel luogo di culto dopo il restauro, vengono sistemate nella canonica e resteranno in quei locali fino al 6 marzo 1989, quando, per agevolare i lavori, vengono temporaneamente custodite presso il Museo Diocesano; un mese dopo vengono trasferite presso il Centro Storico Culturale Gaeta. Tutt’oggi, tali opere d’arte sono nella disponibilità della predetta associazione, sebbene ne sia stata richiesta la restituzione!

[10] Va ricordata in primis l’Immacolata posta sulla cuspide del presbiterio rivolta verso il mare, opera in bronzo alta mt. 3,5 (installata il 2 agosto 1959) realizzata dallo scultore Angelo Sabbatani (1922-1974) con la supervisione del maestro Aurelio Mistruzzi (1880-1960). Lo stesso Sabbatani realizza il monumentale portale bronzeo con sei medaglioni riproducenti aspetti della vita di San Giacomo. Ancora il Sabbatani firma le 14 stazioni della Via Crucis.

La navata della chiesa viene irradiata da una mistica luce solare grazie alle vetrate policrome dell’ungherese Giovanni Hajnal (1913-2010), per brevità citiamo solo alcune vetrate: sulla facciata principale dove viene rappresentata la chiamata degli apostoli; sulla parete di fondo dell’abside è la crocefissione con i sacrifici di Abele e di Isacco; le pareti laterali dell’abside sono sormontate, da un lato, dalla parabola dei vignaioli perfidi, il miracolo di Canaa e la moltiplicazione dei pani; dall’altro lato, l’apparizione di Gesù ai discepoli di Emmaus con il pellicano (l’amore) e il pavone (l’immortalità).

Tra i mosaici, segnaliamo quelli di maggiore ampiezza: uno di Hajnal a sfondo del crocifisso e uno di Mario Pagliardini (1908-1979) a sfondo dell’allora fonte battesimale.

[11] L’organo a canne, inaugurato il 28 agosto 1966, viene commissionato alla Ditta Vincenzo Mascioni; ha 2 tastiere e 19 registri reali.

[12] Accolto dalla nipote suor Paolina Capobianco.

[13] Peccato non aver integrato l’opera editoriale con alcuni apparati critici e una serie di indici!

[14] Per un orientamento bibliografico di base cfr. AA.VV., Scritti in memoria di Mons. Paolo Capobianco “Voce dello Spirito Santo in Terra Gaetana”, Rivista “Il Golfo”, Formia 2008; contributi nel mensile parrocchiale L’Eco di S. Giacomo – Gaeta, Gaeta 1978-1988; pubblicazioni varie a firma dello stesso Mons. Paolo Capobianco.


Le pubblicazioni di Don Paolo

1972

La successione episcopale sulla Cattedra di Gaeta nel secolo XX, in “Nella ricorrenza del 25° anniversario della Consacrazione Episcopale di Mons. Lorenzo Gargiulo – Arcivescovo”, Gaeta, La Poligrafica

1973

La Mestona, Gaeta, La Poligrafica

Il Seminario di Gaeta e il suo Fondatore (3° Centenario), Gaeta, La Poligrafica

Appunti gaetani: La Chiesa dei Santi Apostoli e il convento di Sant’Agata, Gaeta, La Poligrafica

1974

Temi gaetani: Il Vescovo Carlo Pergamo – S. Tommaso d’Aquino a Gaeta, Gaeta, La Poligrafica

1975

Gaeta e il Sovrano Militare Ordine di Malta, Gaeta, La Poligrafica

Gaeta e i “monaci” delle Crocelle, Gaeta, La Poligrafica

1976

Gaeta città di Maria, Gaeta, La Poligrafica

Gli Anni Santi e Gaeta, Gaeta, La Poligrafica

1977

Gaeta Città di Maria – II Edizione, Gaeta, La Poligrafica

Introduzione a L’Avvocato dei Poveri (Beato Paolo Burali d’Arezzo), Gaeta, La Poligrafica

Orme di Sant’Ignazio di Loyola a Gaeta, Gaeta, La Poligrafica

1978

Gaeta e il Sovrano Militare Ordine di Malta – II Edizione, Gaeta, La Poligrafica

1978-1988

Direttore Responsabile del Bollettino parrocchiale L’Eco di San Giacomo – Gaeta, Reg. Per. Trib. Latina n. 321

1979

Gaeta Città di Maria – III Edizione, Gaeta, La Poligrafica

1980

Giuseppe Buonomo, Gaeta, La Poligrafica

1981

Ponza Terra dell’Aurora – cenni storici, culturali, geografici e sociali, Gaeta, La Poligrafica

Le Suore di Santa Maria Maddalena Postel nel ricordo di un prete di Gaeta, Gaeta, La Poligrafica

Gli ebrei a Gaeta, Gaeta, La Poligrafica

1982

La Terra di Lenola e il suo Santuario, Gaeta, La Poligrafica

1983

Le vestigia del Poverello d’Assisi in Terra di Gaeta, Gaeta, La Poligrafica

1984

Prefazione a Profilo del Santo Martire Formiano, Fasano, Grafischena

La Madonna della Catena a Gaeta – nel 150° Anniversario di fondazione delle Suore Adoratrici del Sangue di Cristo, Gaeta, La Poligrafica

1985

Gaeta e il Sovrano Militare Ordine di Malta – III Edizione, Gaeta, La Poligrafica

Dall’8 settembre 1943 alla liberazione, a Gaeta, Gaeta, La Poligrafica

1986

Gaeta e i “monaci” delle Crocelle – II Edizione, Gaeta, La Poligrafica

I Santi Erasmo e Marciano Vescovi e Martiri Principali Patroni della città e dell’Archidiocesi di Gaeta, Gaeta, La Poligrafica

Martirologio Gaetano, Gaeta, La Poligrafica

La Chiesa di San Gregorio e le Suore Crocifisse Adoratrici dell’Eucaristia a Gaeta, Gaeta, La Poligrafica

Episcopato Gaetano, Gaeta, La Poligrafica

Episcopato Gaetano – II Edizione, Gaeta, La Poligrafica

1987

L’Istituto della SS. Annunziata di Gaeta attraverso i secoli, Gaeta, La Poligrafica

Istituto SS. Annunziata Gaeta, 666° Anniversario di Fondazione 1321-1987, Gaeta, La Poligrafica

La Chiesa di San Gregorio e le Suore Crocifisse Adoratrici dell’Eucaristia a Gaeta – II Edizione, Gaeta, La Poligrafica

1988

Gaeta Città di Maria (Peregrinatio Mariae) – IV Edizione, Gaeta, La Poligrafica

Le “Suore di carità” nell’Istituto della SS. Annunziata di Gaeta attraverso i secoli, Gaeta, La Poligrafica

1989

Gaeta Città di Maria (La Cappella dell’Immacolata) – V Edizione, Gaeta, La Poligrafica

Gaeta Città di Maria (La Cappella dell’Immacolata) – V Edizione, II ristampa, Gaeta, La Poligrafica

I Papi a Gaeta nella Storia, Gaeta, Gaetagrafiche

1991

Carità senza confini, Gaeta, Gaetagrafiche

Studi e ricerche sul territorio di Gaeta, Itri, Tipografia Fabrizio

La devozione a Santa Maria Goretti a Gaeta ed a Cellole, in Atti del Convegno Maria Goretti fra Passato e Presente, Latina 11-12-13 ottobre 1991, Roma, Ed. Il Crocifisso

Il vento che li portò a Gaeta – S. Ignazio di Loyola, Gaeta, Gaetagrafiche

1992

Le olive di Gaeta, Itri, Tipografia Fabrizio

Un faro di carità sull’isola, Gaeta, Gaetagrafiche

I Vescovi di Minturno e di Formia entro il Mille, in Dall’Astura al Garigliano un antico itinerario, Atti del 1° Convegno di Studi Storici sul territorio della provincia, Latina Archivio di Stato 14 dicembre 1991, Pontinia, Tipolitografia Grafica 87

1993

Al servizio della carità, Gaeta, Gaetagrafiche

1994

Gaeta con le sue olive nei tempi, Gaeta, La Poligrafica

Saggio introduttivo a Ecclesiastici Carbonari nella Diocesi di Gaeta, Itri, Tipografia Fabrizio

1995

Federico II – Nell’ottavo centenario della nascita, Gaeta, La Nuova Poligrafica

1996

Maria SS. del Colle, Regina dei Martiri – Lenola, Gaeta, La Nuova Poligrafica

1997

Ventotene – Dal paganesimo al cristianesimo, Fondi, Arti Grafiche Kolbe

1999

Gaeta città dell’Immacolata- Omaggio a Pio IX nel 150° anniversario della Sua permanenza rtra noi 1848-1849, Fondi, Arti Grafiche Kolbe

2000

I vescovi della Chiesa Gaetana, Fondi, Arti Grafiche Kolbe

Gaeta e gli Anni Santi nel Grande Giubileo del 2000, Fondi, Arti Grafiche Kolbe

2002

Il Gabbiano di Ventotene, Fondi, Arti Grafiche Kolbe

Lenola nel IV Centenario, Fondi, Arti Grafiche Kolbe

Cari ricordi, Fondi, Arti Grafiche Kolbe

2004

Maria De Mattias – Provvidenziali incontri nella Diocesi di Gaeta, Fondi, Arti Grafiche Kolbe

Sant’Erasmo a Formia – Nel XVII centenario del suo approdo nei lidi formiani, Fondi, Arti Grafiche Kolbe

Un giorno in clinica, Fondi, Arti Grafiche Kolbe

2005

La Chiesa di San Gregorio e le Suore Adoratrici dell’Eucaristia a Gaeta – III Edizione, Fondi, Arti Grafiche Kolbe

Devozioni e tradizioni eucaristiche a Gaeta, Fondi, Arti Grafiche Kolbe

L’Eco di S. Giacomo – Gaeta, Edizione anastatica dei 106 numeri a cura dell’Amministrazione Comunale di Gaeta, Gaeta, Type Studio

2006

La Cattedrale di Gaeta nel 900° anniversario della consacrazione, Fondi, Arti Grafiche Kolbe